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La sicurezza dei farmaci e il duplice significato della sigla A.I.C.

Farmacia. Una cliente mi precede al bancone e io attendo assorto il mio turno. Riemergo dai miei pensieri quando la sento chiedere: “Scusi, queste sono senza glutine? Mi servono per mio figlio, che è celiaco”. In mano ha una confezione di semplici aspirine, e la capisco: è stato anche uno dei miei primi dubbi da neo-diagnosticato. La farmacista sfodera una risposta chiara, cortese e insieme concisa: “Sì signora, l’aspirina è un farmaco e tutti i farmaci sono senza glutine. Però ha fatto bene a domandare: in farmacia abbiamo anche articoli che non sono farmaci, e per quelli bisogna controllare“.

La cliente tranquillizzata acquista, ringrazia e saluta, quindi tocca a me. Faccio i complimenti alla farmacista, che mi spiega: “È una domanda che ormai ci fanno spesso. Quasi sempre è seguita da: e come si fa a sapere quali sono farmaci e quali no?“. Come seguendo un copione collaudato, prosegue: “un modo sicuro è controllare il numero dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio. La sigla è A.I.C. e il codice inizia con 0 solo sulle confezioni dei farmaci propriamente detti. Infatti sugli integratori, per esempio, la prima cifra è 9″.

Questa curiosità mi ha sempre fatto sorridere: la sigla coincide con quella dell’Associazione Italiana Celiachia, ma in questo caso non ha nessuna attinenza con essa. Ciononostante, proprio questa coincidenza la rende un facile ed utile promemoria di come accertare la sicurezza per il celiaco. Chissà se l’acronimo identico ha mai creato confusione o disguidi… Sarei tentato di domandarglielo, ma ho già varcato la soglia. Sarà per la prossima volta!

Federico Marverti

35 anni, di Modena, sviluppa software usato negli studi musicali: in qualche pezzo che passa per radio potrebbe esserci anche il suo zampino… Mai avrei immaginato che una visita dermatologica mi avrebbe cambiato la vita: “Queste analisi parlano chiaro, si tratta di una malattia rara”. Sbiancai. “Ah ma non si preoccupi eh, se è rara non è detto che sia anche grave!”. Un sospiro di sollievo. “In breve, questa è Dermatite Erpetiforme, anche detta celiachia della pelle, e come tutte le altre forme ha solo un trattamento: dieta tassativamente priva di glutine”. Totalmente inesperto, tentai ugualmente una difesa: “Ma… da quel poco che so, celiaci si nasce, non si diventa”. “Guardi, la predisposizione in effetti è genetica, ma ad esempio la sua D.E. di solito si manifesta intorno ai trenta. Lei quanti anni ha?”. “Trenta”. Colpito e affondato. Inizialmente spaesato, cercai informazioni online dove lessi dell’associazione. Celiaco da pochi giorni, chiamai la sede di Modena con titubanza, temendo risposte scostanti in quanto non ancora iscritto. Fui smentito: con precisione e pazienza mi spiegarono dei buoni, del prontuario e della app, guadagnandosi con una telefonata un sicuro socio in più. Leggendo di ingredienti vietati, alimenti a rischio e del pericolo contaminazione, un’implicazione mi fu subito chiara: niente più gite stile “ma sì, per pranzo troviamo qualcosa là”, né serate organizzate al volo attorno ad un: “e se stasera ci trovassimo per una pizza?”. “Ben mi sta!” pensai: non ero il tipo che sollevasse particolari richieste o obiezioni in materia, ma da lì in poi la risposta “mi va bene tutto, mangiamo dove e quel che volete” andava abolita. Dover manifestare le mie esigenze gluten free mi preoccupava: e se mi avesse messo in cattiva luce? Sarebbe cambiata la mia vita sociale? Dopo cinque anni, attenzione e pianificazione sono le abitudini che occasionalmente mi concedono di dimenticare il problema, ma ammetto di viverlo ancora come un inconveniente provvisorio: Non so se né in che forma il futuro produrrà una soluzione, ma io continuo a sperarci! Da un anno dedico all’AIC della mia regione un po’ di tempo: inizialmente scrivendo articoli per il sito, poi collaborando alla formazione di un gruppo di giovani volontari. C’è un buffo paradosso a riguardo: sebbene io sia il più “anziano” tra loro, sono anche quello con la diagnosi più recente, mentre i veterani celiaci da più di un decennio sono poco più che ventenni! Plateale momento di auto-promozione: mi raccomando seguiteci su Instagram: giovani_aic_er e scriveteci a giovani@aicemiliaromagna.it. Recentissima è arrivata anche l’opportunità di partecipare alla nascita del blog che stiamo per inaugurare, quindi, come si dice: il resto è storia… ancora da scrivere!

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Federico Marverti

35 anni, di Modena, sviluppa software usato negli studi musicali: in qualche pezzo che passa per radio potrebbe esserci anche il suo zampino… Mai avrei immaginato che una visita dermatologica mi avrebbe cambiato la vita: “Queste analisi parlano chiaro, si tratta di una malattia rara”. Sbiancai. “Ah ma non si...

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