Fin dal 2000 mi sono occupata di affiancare i locali che vogliono offrire un servizio senza glutine idoneo e soddisfacente alle persone celiache. Sono celiaca e mamma di un ragazzo celiaco, e sono stata per lungo tempo tutor volontaria del programma Alimentazione Fuori Casa senza glutine dell’Associazione Italiana Celiachia.
In tutti questi anni ho contribuito, nel mio piccolo, a far crescere la rete AFC di locali formati sulla celiachia, e capaci di restituire quella convivialità che così tanto manca al celiaco, specialmente neodiagnosticato, soprattutto fuori casa. Oggi mi sento di fare un bilancio e di condividerlo con i soci e le socie AIC, per raccontare un’esperienza fatta sì di bassi, ma anche di moltissimi alti. Di criticità da risolvere, ma anche di grandi soddisfazioni personali e di gruppo.
Perché offrire un servizio senza glutine è certamente un impegno, da parte di chi decide di farlo, e di chi supporta i locali in questo percorso, ma è anche una grande vittoria di civiltà, un abbattimento di barriere alimentari e culturali, un percorso verso un mondo più equo. Non dimenticando che si tratta, per i locali, anche di una grande opportunità di business.
Per noi tutor è un momento di crescita e di conoscenza di un mondo, molte volte, lontano dal nostro vissuto.
Lo scambio di intenti e il condividere anche con il ristoratore il loro lavoro diventa, col tempo, crescita: crescita nel dialogo, nell’affrontare un professionista e molte volte si impara ad interagire meglio con il prossimo.
Ma veniamo alle criticità che incontriamo nel nostro servizio di tutoraggio ai locali che decidono di aderire al programma AFC. Eccole in breve:
1.i locali del network dovrebbero aumentare, ma anche i tutor!
Ad oggi sono poco più di 4000 i locali aderenti al network AFC sparsi in tutta Italia. È un ottimo risultato, ma si può e si deve fare di più. Il problema è che oltre ad aumentare i locali, dovrebbero aumentare anche i tutor. Perché già con questo numero siamo in affanno spesso nelle attività di accompagnamento del locale verso l’adesione al programma e in quelle di controllo annuale di ogni locale aderente, per non parlare dei controlli extra-ordinari legati a segnalazioni specifiche di problemi riscontrati da parte di clienti celiaci. Insomma se mi stai leggendo e vuoi fare la tua parte: diventa anche tu un tutor AFC!
Attenzione! se pensi che questa non sia un’attività di volontariato adatta a te perchè richede troppo tempo, ti sbagli. In realtà la durata media di un monitoraggio è di 1 ora e mezza/ 2 ore e il carico di lavoro è flessibile: puoi seguire quanti locali vuoi, in base alla tua disponibilità, che può, naturalmente, anche variare nel tempo. Questo significa poter garantire un minimo di poche decine di ore all’anno (inclusi i corsi di formazione e aggiornamento periodici) che possono aumentare solo se lo decidi tu.
2. Siamo del team, ma qualche volta veniamo percepiti come avversari.
Il tutor e l’intero programma AFC nasce con l’intento di aiutare il locale aderente. Offriamo formazione, consulenza, sostegno, spesso in maniera completamente gratuita, qualche volta dietro un contributo puramente simbolico (che va ad AIC, non al tutor volontario che, in quanto tale, presta la sua opera gratuitamente). Naturalmente c’è anche una fase di controllo, fondamentale per garantire idoneità e sicurezza per le persone celiache destinatarie del servizio di ristorazione senza glutine.Mentre alcuni ristoratori accolgono la nostra presenza e supporto verso la cucina senza glutine in maniera positiva, altri vivono questo momento come un’intrusione o come voler insegnare loro il mestiere; altri parlano di “bastoni tra le ruote”. Ed è un peccato perché anche la fase di controllo non ha mai uno spirito repressivo, bensì collaborativo e correttivo.
3. Oltre la sicurezza: la sfida della normalizzazione.
Quando ho iniziato il mio percorso nel progetto AFC, i miei sforzi in primis erano verso la ricerca di strutture che volessero avviare una offerta senza glutine, anche minima. Ma con il lavoro costante da parte di AIC e dei suoi volontari, il focus è cambiato, perchè adesso sia io che gli altri tutor che negli anni mi hanno affiancato siamo concentrati nella creazione di una rete di strutture in cui trovare un servizio senza glutine non solo sicuro ma anche di qualità. Oggi, infatti, la sicurezza è sempre al primo posto, ma grande impegno viene dedicato anche ad alzare l’asticella della “normalizzazione”. Il lavoro che viene fatto sia sulle strutture già aderenti, sia su quelle nuove, punta su una maggiore qualità del servizio, e una maggiore ampiezza della scelta senza glutine.
Ma, dulcis in fundo, arriviamo anche alle piccole vittorie e grandi soddisfazioni che questo programma mi sta regalando. Altrettanto in breve:
- Smontare le false credenze con i fatti.
Molti ristoratori non aderiscono al programma AFC perché sono convinti che sia molto difficile e oneroso. In realtà lo è molto meno di quanto si pensi. Un esempio su tutti: la maggior parte delle persone pensa che sia necessario avere una cucina dedicata per offrire un servizio senza glutine. Non è così. Per chi volesse approfondire, qui Susanna Neuhold, responsabile nazionale dell’area Food di AIC, racconta le 5 false credenze più diffuse fra i ristoratori sul senza glutine.
- Vedere i ristoratori soddisfatti.
Fra le più grandi soddisfazioni che un tutor AFC possa avere c’è la soddisfazione di un ristoratore messo in rete, che riesce a dare un servizio idoneo e di qualità al celiaco, e allo stesso tempo essere pienamente ripagato anche in termini economici e di reputazione. Una soddisfazione seconda solo a quella che sto per dirti, ossia
- Essere “liberi” di gustare un piatto senza glutine tranquillamente.
Beh su questo non credo ci sia molto altro da aggiungere.
Sapere che mio figlio e altri celiaci abbiano sempre più scelta è stato sempre un pensiero trainante per fare sempre più.
Anna Cannizzaro
Insegnante di musica alla scuola primaria, oggi “ex” tutor AFC, la volontaria che ha scritto questo articolo, celiaca e mamma di celiaco, siede nel Consiglio Direttivo di AIC. Ha iniziato come “giovane” in AIC e, da allora, ha ricoperto tantissimi ruoli: dalla segreteria alla nomina a referente provinciale, fino a Presidente regionale di AIC Calabria. Con gli anni e l’esperienza è arrivata a ricoprire ruoli nazionali importanti come la referente del sud per AFC fino al Consiglio Direttivo Nazionale.