Ai primi viaggi "da celiaca" portavo più prodotti senza glutine che vestiti... Se è successo anche a te leggi il mio articolo e scopri come mi organizzo adesso!

Tiri giù la valigia dall’armadio, garage o ripostiglio che sia, la apri e la guardi… da lì inizia la scelta dell’essenziale. Incastrare vestiti e accessori in poco spazio, rispettare un volume e un peso, tenere posto vuoto per gli acquisti, avere l’ansia di aver portato tutto il necessario… e “se questo giacchetto mi servisse? Ma questo vestito potrebbe starmi bene con queste scarpe!”. E come la mettiamo se siamo celiaci e dobbiamo anche portare il kit di sopravvivenza? Indubbiamente nell’essenziale vogliamo far rientrare snacks, pacchetti di crackers e fette di pane… perché “troverò sicuramente qualcosa da mangiare, ma non si sa mai!”.

Il primo viaggio da celiaca l’ho fatto tre mesi dopo la diagnosi, destinazione Barcellona, uno zainetto e un bagaglio a mano stracolmo di cibo confezionato…le mie amiche ancora oggi prima delle partenze mi prendono in giro: “mi raccomando anche questa volta più carboidrati che vestiti!”. Effettivamente ero stata un po’ esagerata, avevo portato troppo cibo, ma ero davvero ingenua, inesperta e molto spaventata dal non trovare niente da mangiare. In uno dei viaggi successivi sono stata in America, avevo messo del cibo nel bagaglio in stiva e qualcosa nel bagaglio a mano. Sulla quantità mi ero data una regolata, ma l’ansia del viaggiatore celiaco non mi era ancora passata: chi ha fatto viaggi intercontinentali sa dei rigidi controlli che vengono fatti alle dogane, ed io non temevo tanto le domande personali quanto che mi facessero svuotare la valigia dal cibo che avevo con me.

Da quel momento ho fatto molti altri viaggi brevi e più lunghi e come tutte le esperienze di vita che insegnano, anche il viaggiare da celiaca è cambiato. Indipendentemente da dove vado qualcosa di confezionato senza glutine lo porto sempre per sicurezza e pace interiore, ma le quantità sono diminuite e soprattutto è sparita l’ansia di non trovare niente da mangiare. Adoro cercare e sperimentare cibi del luogo e portarmi a casa prodotti di marche che non abbiamo qui in Italia, quindi lo spazio in valigia occupato dal cibo all’andata deve essere sostituito da altrettanto cibo al ritorno! Organizzarsi è maturo, cercare e informarsi sulle possibilità di trovare prodotti nei supermercati e ristoranti in cui mangiare in sicurezza lo è ancora di più, ma sempre con serenità, perché viaggiare è una gioia ed è una viva fonte di opportunità e ricchezza anche per… imparare a sopravvivere girovagando con la valigia!

Giulia Papi

4 Responses

  1. Anch’io ho viaggiato nella valigia porto sempre dei prodotti senza glutine ovviamente se andavo in aereo dovevo stare attenta a non superare il peso massimo.
    Sono stata a Parigi Vienna Salisburgo e Barcellona

    1. Ciao Claudia, grazie per aver commentato. Penso che ogni persona celiaca, come te (e me!), metta in valigia sempre qualcosa da mangiare anche solo per stare più tranquilla. Delle città da te elencate, quelle in cui mi sono trovata meglio come offerta di cibo senza glutine sono Barcellona e Vienna; a Parigi invece ho avuto molta difficoltà a trovare cibo in sicurezza, ma ci sono stata molti anni fa e forse oggi l’offerta per noi celiaci è aumentata. A Salisburgo invece non sono mai stata…rimedierò presto!! Giulia

  2. Io e mio marito (il celiaco in questione) siamo andati in Giappone in viaggio di nozze nel 2014. Non eravamo a conoscenza del servizio “celiac travel card” che consigliamo a tutti! Menù senza traduzione almeno in inglese, solo foto dalle quali dedurre gli ingredienti, nessuno che parlasse inglese e tanta salsa di soia. Per fortuna, dopo 2 giorni, è arrivata la nostra guida e, con un foglietto scritto in giapponese, i ristoranti si sono dimostrati competenti e disponibili. Ma per fortuna, avevo costretto mio marito a portare pane e merendine che ci hanno salvato la vita i primi giorni!

    1. Ciao Silvia! Ciao Roberto! Grazie intanto di aver condiviso la vostra esperienza. Non sono mai stata in Giappone, ma se un giorno ci andrò mi porterò qualche cibo senza glutine come avete fatto voi! Molte pietanze loro sono naturalmente prive di glutine, ma proprio per questo immagino non conoscano bene la celiachia e le attenzioni in cucina che essa comporta. Se a questo si aggiunge la difficoltà nel comunicare, potrebbe davvero diventare difficile mangiare con serenità.
      Le Cards da mostrare ai ristoratori, che si trovano tradotte in molte lingue sul web, non le ho ancora mai usate in quanto sono andata sempre in paesi in cui l’inglese è ben conosciuto, ma le testerò sicuramente per altre destinazioni future!

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Giulia Papi

Giulia Papi

30 anni, ingegnere biomedico, inguaribile viaggiatrice fiorentina. La celiachia, i viaggi e Firenze sono le costanti della mia vita! Ho scoperto di essere celiaca dieci anni fa al primo anno di università, quando al cambio di studi si è aggiunto quindi un cambio di vita ben più profondo legato all’alimentazione...

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