I TEMPI DIFFICILI DEL VOLONTARIATO

I progetti dell'Associazione sono continuati anche durante la pandemia, in un modo innovativo e coinvolgente, ma l'impatto del Covid sul volontariato non è da sottovalutare. Vediamo il perché.

“Grazie a tutti e buona serata, ci sentiamo per il prossimo evento!”. Si era conclusa così l’ultima riunione dei volontari di AIC Reggio Emilia prima che l’epidemia globale fermasse il tempo. Una riunione piacevole, impegnativa ma soddisfacente, trascorsa in compagnia dei tanti volontari che proponevano di continuo idee di attività da offrire ai soci e accompagnata da ciambelle, pizzette, torte e biscotti, il tutto cucinato dagli stessi. Non sono mancate le battute, le risate, i racconti di “quella volta in cui”, gli scambi di idee. Quelle riunioni vedevano all’Ordine del Giorno la programmazione delle attività future ma, nei fatti, erano anche un momento da trascorrere in amicizia.

Poi il tempo si è fermato. C’è voluta l’epidemia mondiale per capire che il volontariato non è soltanto essere presenti allo stand informativo od organizzare l’ennesimo convegno scientifico. Tutto ciò che prima si dava per scontato ora non lo è più e non è per nulla facile dover accettare che per un po’ di tempo non si potrà più vedere l’amico con il quale si sono cucinate centinaia di piadine senza glutine, oppure quello a fianco al quale si è giocata quella partita del torneo Nazionale di calcio di AIC, per non parlare di quello con cui si è andati nelle scuole per scoprire la meraviglia e la gioia dei bambini mentre giocavano a “In fuga dal glutine”.

La pandemia ha impedito ai volontari di incontrare i nuovi diagnosticati (che in quanto tali hanno un disperato bisogno di ricevere rassicurazioni), rasserenarli, fare loro capire, con una parola di conforto e con l’elenco delle attività dell’Associazione alla mano, che la celiachia può essere vissuta in serenità e condivisione.

La pandemia ha anche precluso la possibilità di incontrare i bambini nelle scuole, spiegare loro (giocando) la diversità alimentare e la necessità di condividere tale diversità con gli altri per poter crescere insieme e armoniosamente.

Certo, l’attività dell’Associazione è andata avanti, per di più in un modo innovativo e coinvolgente, con conferenze, incontri con gli esperti, corsi e contest di cucina, riunioni e tutto ciò che era possibile svolgere su una piattaforma digitale. Ma il volontariato no, il volontariato si è fermato a quel “Grazie a tutti e buona serata, ci sentiamo per il prossimo evento!”.

Speriamo che questa difficile situazione ci faccia riflettere su tutto questo e ci faccia riscoprire la bellezza dell’essere volontari, con l’augurio che presto si possa tornare a organizzare eventi in piazza davanti a una fetta di torta appena cucinata e accanto al compagno di mille avventure.

Alessandro Torelli

23 anni, studente di Analisi, Consulenza e Gestione Finanziaria all’Università di Modena e Reggio Emilia. Due anni fa è stato testimonial di AIC per la campagna del 5X1000 e ora, oltre a essere un volontario nella sua provincia, fa parte del CD Regionale, del Gruppo Giovani e della squadra di calcio dell’Emilia Romagna. Sono celiaco da quando avevo quasi 3 anni. La mia storia con la celiachia va di pari passo con la mia storia con AIC, perché l’associazione mi ha sempre dato sostegno, informazione e consapevolezza per affrontare al meglio l’intolleranza al glutine. Crescere con la celiachia è stato di aiuto per responsabilizzarmi. Soltanto io sapevo ciò che potevo o che non potevo mangiare e di conseguenza non davo troppo conto al giudizio e ai commenti degli altri (anzi, spesso la stessa celiachia mi ha consentito di mangiare meglio dei miei amici, i quali talvolta invidiavano i miei piatti). Non ho mai temuto di sentirmi diverso perché sapevo che potevo contare sull’appoggio di un’istituzione, di un gruppo di persone che condividevano con me la celiachia e che l’hanno sempre affrontata come se fosse un valore aggiunto. Pratico Judo (da quando avevo 4 anni) e sono responsabile di alcuni corsi rivolti ai più piccoli, nonostante io prediliga attualmente l’aspetto agonistico. Faccio spesso gare, a livello nazionale e talvolta internazionale, perché mi piace confrontarmi e mettermi alla prova. Ho sempre avuto una passione per la scrittura, mi piace leggere diversi generi di libri e discutere delle tematiche più attuali. Ritengo che sia fondamentale rimanere sempre aggiornati su ciò che accade nel mondo e avere un proprio giudizio critico sui temi locali e internazionali. Nel corso di questi anni ho avuto modo di viaggiare spesso, per vari motivi, andando in diverse parti del mondo. Ciò mi ha consentito di osservare le situazioni da molti punti di vista e di maturare attraverso la conoscenza di luoghi e costumi differenti dai nostri.

4 Responses

  1. Grande Alessandro, bell’articolo. Speriamo davvero di poter ripartire con tutte le nostre attività sia locali, sia regionali, sia nazionali.
    A presto. Cristian da Carpi.

    1. Grazie tante Cri! Speriamo di riuscire a tornare alla normalità quanto prima con tutte le nostre attività!

  2. Sono la nonna di un piccolo celiaco di 3 anni, diagnosticato un anno fa’. È vero che purtroppo la pandemia ha reso tutto più’ difficile. Ci siamo comunque collegati a dei corsi o.l. che in parte ci hanno rassicurato, ma a me farebbe piacere rendermi utile e appena possibile dare la mia disponibilità’ come socia volontaria.
    Maria Grazia Mantegari Parma
    mariagraziacasa@libero.it

    1. La ringrazio per il commento e per la disponibilità. Abbiamo mandato il suo contatto alla segreteria, che la contatterà a breve!

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Alessandro Torelli

23 anni, studente di Analisi, Consulenza e Gestione Finanziaria all’Università di Modena e Reggio Emilia. Due anni fa è stato testimonial di AIC per la campagna del 5X1000 e ora, oltre a essere un volontario nella sua provincia, fa parte del CD Regionale, del Gruppo Giovani e della squadra di...

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