INTERVISTA A MARCO MORAGLIO – IO STO CON AIC

La passione principale di Marco Moraglio riguarda senza dubbio lo sport: ha giocato a calcio per molti anni ma ha anche sempre avuto una vera attrazione per la natura e l’avventura. Dopo aver svolto innumerevoli escursioni e molti trekking di più giorni in solitaria e in completa autonomia, si è avvicinato al mondo dell’alpinismo e al suo attivo ha già diverse ascensioni sui 4000 metri delle “nostre Alpi” oltre che una spedizione sul versante Nord del Monte Elbrus in Russia. Grazie al suo desiderio di avventura e di scoperta ha saputo anche superare le difficoltà di una dieta senza glutine, riuscendo a diventare un professionista dei viaggi outdoor.

Marco mi ha concesso una breve intervista per conoscerlo meglio e per scoprire la sua vita, molto attiva e sempre piena di impegni.

Ciao Marco! Vuoi raccontarci qualcosa in più di te?

Certamente! Ho 28 anni e vengo da Genova. Sono stato diagnosticato celiaco da piccolissimo, quando avevo 18 mesi. Ho sempre praticato sport, ho giocato principalmente a calcio, come portiere, sino ad arrivare in serie D nel campionato italiano e in serie A nel campionato di Malta. Parallelamente al discorso sport, ho portato avanti anche gli studi. Mi sono laureato con lode all’università di Genova, prima con la triennale in Storia e poi la magistrale in Scienze Storiche. Sono riuscito anche a pubblicare la mia tesi, sulla crittografia.

Come è iniziato il tuo percorso per diventare guida escursionistica?

Ho sempre avuto una grande passione per la natura, l’avventura e per tutto quello che riguarda il mondo outdoor. Ho fatto domanda per poter partecipare a un corso come guida escursionistica che era riservato a tutto il Nord Italia, e già lì le mie aspettative di essere preso, pur avendo inviato il curriculum, erano molto basse – “figurati se chiamano proprio me”, pensavo. Invece sono riuscito ad entrare alle selezioni! Così è iniziato questo percorso di formazione durato un anno e mezzo, ogni weekend dovevo andare vicino a Como e successivamente dare gli esami. Ma coltivo anche la mia passione per l’alpinismo, che è una parte attiva e molto intensa della mia vita.

Come hai conosciuto AIC? So che sei stato anche testimonial di AIC per la campagna del 5×1000 del 2019. Raccontaci un po’ della tua vita da celiaco.

Quando sono stato diagnosticato mia mamma è entrata subito a far parte di AIC Liguria. Ha dovuto costruire praticamente da zero l’associazione assieme ad altri genitori. Il discorso invece del testimonial è una storia a parte. Nel luglio 2018 sono andato a fare una spedizione in Russia sul monte Elbrus – una delle Seven Summit, le montagne più alte per ciascuno dei sette continenti della Terra – e AIC mi contattò per un’intervista su Celiachia Notizie e da lì, successivamente, mi hanno chiamato per fare il testimonial.

Quindi possiamo dire che il monte Elbrus è stata la tua più grande conquista come amante della montagna.

Ho fatto molte uscite a 4000 metri sulle Alpi, come quota massima fuori dall’Italia senz’altro è stato l’Elbrus, che purtroppo però non siamo riusciti a completare: a circa 200 metri all’arrivo dalla vetta un nostro collega si è sentito male e abbiamo dovuto aiutarlo e riportarlo giù. Quest’anno sarei dovuto tornare sull’Elbrus e sarei dovuto andare anche sul Kilimangiaro, ma purtroppo, come ben sappiamo, non sarà possibile…

Eh… mi sa anche a me che sarà rimandato tutto al 2021. Tornando sul lato della celiachia, come la gestisci durante un’escursione? Segui un’ulteriore dieta usando anche degli integratori alimentari?

Quando vado fuori in Italia è abbastanza semplice in quanto i rifugi sono ben attrezzati e sono tutti molto informati sulla celiachia. Prenotando nei rifugi il 99% delle volte mi fanno trovare anche la pasta pronta la sera e anche biscotti o altri generi alimentari senza glutine. Mentre se siamo in qualche bivacco mi porto sempre dietro io qualche cosa.

All’estero invece la situazione è un pochino più complicata. Quando sono stato in Russia, anche a San Pietroburgo, pur essendoci con me la mia ragazza che sa parlare il russo, ho avuto seri problemi a far capire cos’è la celiachia e che cosa posso/non posso magiare. Consapevole di questo, quando sono andato in spedizione mi ero portato dei pasti in delle buste pronte, con l’aiuto anche di un nutrizionista che ha saputo darmi due dritte sul da farsi.

Sorprende pensare che nel 2020 ci sia ancora molta ignoranza sul lato della celiachia. Invece come ti comporti quando vai come guida turistica? Com’è stato il tuo ultimo viaggio in Iran?

Come guida, fino ad ora ho portato gruppi in Marocco, Etiopia, Iran e India. È tutto molto ben organizzato anche dall’associazione alla quale mi appoggio, dormiamo molte volte in tenda e con noi c’è un cuoco. Per assurdo all’estero, in queste zone, è molto più semplice far capire cosa posso e cosa non posso mangiare, in quanto principalmente consumano riso, carne, verdure e patate, alimenti naturalmente privi di glutine. Per l’Iran sono partito a gennaio e sono rientrato il 3 febbraio, sarei dovuto tornare in Iran con un altro gruppo dopo 15 giorni ma purtroppo, a causa del CoVid-19, ho dovuto annullare tutto.

Hai qualche aneddoto divertente riguardante la celiachia da raccontare? Con tutte queste uscite ti sarà di sicuro capitato qualcosa…

Una volta, all’inizio delle mie uscite, sono andato con delle guide alpine a fare un 4000m sul Monte Rosa, mi ero appoggiato ad un rifugio e avevo avvisato che ero celiaco. Quando siamo arrivati a cena sul foglio del menù c’era scritto: 10 guide, 7 pasta, 3 minestra e 1 Gluten 0.

Progetti per il futuro?

Completare assolutamente l’Elbrus e fare il Kilimangiaro, che purtroppo abbiamo dovuto rimandare, e in futuro tentare un 7000 metri, il Lenin Peak in Russia. Come sogno, fare tutte le Seven Summit. Mi sono sempre posto obbiettivi grossi, da arrivarci step by step, ma senza mollare.

Per chiudere l’intervista, un messaggio per i celiaci e per chi vuole intraprendere un percorso simile al tuo.

La celiachia non deve essere un freno alle proprie passioni, bisogna sempre organizzarsi in anticipo con i pasti e l’attrezzatura, e informare le persone che verranno con te per non trovarsi in situazioni difficilmente risolvibili a 4000 metri!

Va bene Marco! Ti ringrazio per queste splendide parole che ci hai dedicato e speriamo di risentirci in futuro per un’altra intervista sulle tue future sfide.

Grazie a te! Sono molto felice di condividere le mie esperienze con AIC, per far crescere la voglia di mettersi in gioco!

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Matteo Calzi

Matteo Calzi

24 anni, è nato a Trieste e vive a Muggia, un piccolo paesino del Friuli Venezia Giulia. Da tre anni lavora per il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Dal 2017 fa parte del Direttivo di AIC FVG, dove ricopre anche l’incarico di referente del Gruppo Giovani. La mia esperienza con...

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