Pasti sicuri nelle mense pubbliche: la legge ci tutela!

Sai che esiste una Legge italiana che ci permette di poter mangiare cibo sicuro nelle mense pubbliche? Scopriamola insieme…

Sappiamo che la Costituzione Italiana parla di diritto allo studio, un diritto soggettivo della persona fondamentale per formarci, per costruire la nostra cultura e personalità, per avere una buona istruzione e una buona educazione.

Sappiamo che la Costituzione Italiana riconosce il diritto alla salute, definendolo un diritto fondamentale dell’individuo, una tutela costituzionale dell’integrità psico-fisica, un diritto a vivere in un ambiente salubre, ad avere prestazioni sanitarie e a garantire la libertà di cura.

Ma non tutti sanno che se una persona è celiaca ha anche il diritto ad avere un pasto sicuro in questi luoghi pubblici!

“Quando mio figlio andrà a scuola, nello zaino dovrò mettergli anche pranzo e merende?”

“Ma se vengo ricoverato in ospedale, oltre alle medicine me lo danno da mangiare?”

“Chissà se alla mensa universitaria troverò del cibo anche per me!”

Queste sono solo alcuni esempi di riflessioni e dubbi che noi (o chi per noi!) abbiamo avuto durante la nostra vita da celiaci. La risposta si trova appunto nella Legge 123/2005 che prevede che “Nelle mense delle strutture scolastiche e ospedaliere e nelle mense delle strutture pubbliche devono essere somministrati, previa richiesta degli interessati, anche pasti senza glutine”.

Ho scoperto di essere celiaca il primo anno di università, mi sono informata e ho iniziato ad usufruire del servizio. Potevo scegliere da un menù prestabilito cosa mangiare per tutti i giorni della settimana: sinceramente la quantità non era abbastanza e la qualità non era alta a mio parere (o almeno non lo era fino a 5 anni fa quando ho smesso di usufruirne!); mi piaceva però molto la possibilità di mangiare in sicurezza, perché le contaminazioni non erano davvero possibili dato che i piatti erano forniti confezionati e sigillati, preparati da aziende esterne dedicate. Mi ricordo che oltrepassavo la lunghissima fila che puntualmente c’era alla mensa (sicuramente sarò stata additata dagli studenti affamati in attesa del loro turno!) per andare direttamente a prendere il mio pasto. Quando gli addetti mi vedevano, andavano a prendere le confezioni che potevo farmi riscaldare nel microonde. Gli yogurt e i budini erano invece per tutti senza glutine…almeno quelli!

Avere un pasto fornito in sicurezza è un bel traguardo e me ne sono resa davvero conto quando sono entrata nel mondo del lavoro: la Legge 123/2005 non è applicabile alle mense delle strutture private, come le mense aziendali, quindi non tutte garantiscono il pasto senza glutine! Con la speranza che diventi un diritto anche per i privati, godiamoci quello che è stato ottenuto per i luoghi pubblici, usufruiamo dei servizi offerti e contattiamo l’AIC per segnalare eventuali non conformità!

Se anche a te è capitato di mangiare in mense pubbliche, raccontaci la tua esperienza!

4 risposte

  1. Ho sempre trovato la possibilità di mangiare un pasto senza glutine sia all’università che in ospedale. Bisogna sempre ricordarsi di informare chi di dovere con un certo anticipo però. L’unica pecca: sembra che nelle mense non siano in grado di leggere il tempo di cottura della pasta!

    1. Ciao Verena, grazie per aver commentato. Il comunicare sempre in anticipo è un po’ noioso, ma secondo me ci fa stare più tranquilli e dà modo a loro di organizzarsi meglio. Riguardo la pasta non è quindi cambiato molto da circa 10 anni fa 🙁 …io per la stessa ragione non la prendevo mai! Giulia

  2. Io ho mangiato nelle mense ma scolastiche mi arrivava il cibo sigillato ma i miei compagni delle medie nonostante sapevano che ero e sono celiaca mi facevano dispetti e mi lanciavano briciole di pane con il glutine nel bicchiere e io ovviamente mi arrabbiavo. E anche alcune prof di sostegno non capivano bene la mia situazione e una di loro mi ha costretto a bere dal bicchiere nel quale c’erano le briciole di pane con il glutine io ovviamente il giorno dopo sono stata male.
    Alle elementari invece non ho avuto problemi con i dispetti dei miei compagni perché mangia insieme alle maestre ovviamente il cibo mi arriva sigillato in un tavolo a parte certo che non potevo chiacchierare con i miei compagni.

    1. Ciao Claudia, grazie per la risposta ricevuta. Mi dispiace della brutta esperienza che hai vissuto, che sicuramente ti ha fatto vivere con disagio e sofferenza il momento dei pasti a scuola. In quei casi l’associazione è sempre a disposizione per diffondere la conoscenza sulla celiachia e le ricadute sulla salute e sui rapporti sociali; l’ignorare la celiachia e tutto quello che ne comporta, spesso e purtroppo, causa simili comportamenti, ma spero che tu non debba ritrovarti più in queste situazioni. Ho compreso nella mia esperienza che bisogna provare a non abbattersi e cercare sempre di “raccontare” la celiachia, perchè chi non la vive non la conosce. In molti hanno imparato a capire le mie esigenze, quindi auguro anche a te di incontrare, se non è ancora accaduto, persone non celiache che, come succede spesso a me, non vedono l’ora di andare a mangiare insieme qualcosa senza glutine…senza dispetti e con la voglia di stare in compagnia!!

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Giulia Papi

Giulia Papi

30 anni, ingegnere biomedico, inguaribile viaggiatrice fiorentina. La celiachia, i viaggi e Firenze sono le costanti della mia vita! Ho scoperto di essere celiaca dieci anni fa al primo anno di università, quando al cambio di studi si è aggiunto quindi un cambio di vita ben più profondo legato all’alimentazione...

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